Roger Freitas
Portrait of a Castrato: Politics, Patronage,
and Music in the Life of Atto Melani
Original Texts of Translations
Chapter 4, “The Sexuality of the Castrato”
(For full citations of letters, see Appendix A [if a letter by Atto] or Appendix B [if not] in the published volume; for citations of other primary and secondary sources, see the Works Cited.)
1 |
Atto to Duke Carlo II of Mantua, from Innsbruck, 25 May 1653: “la maggior
consolatione che io habbia in questo luogo, è il pensare alle gratie et i
favori che V.A.S. si è compiaciuta farmi nel mio passaggio di Mantova . . .
perché credo che Iddio l’habbia creata per incatenare gli animi di tutto il
mondo, non havendo io ancora conosciuto Prencipe che agguagli V.A. in alcuna
minima parte, e la supplico humilissimamente a credermi questa verità, perché
l’esprimo con tutto il cuore. . . . io prego Iddio che l’inspiri a venirvi
perché il vedere e servir V.A. personalmente sarà la maggior fortuna che io
possi havere in questa et ogn’altra parte.” |
3 |
Atto to Duke Carlo II of Mantua, from Florence, 2 October 1653: “io voglio sperare che . . . mi crederà [V.A.] sempre quel Atto che solo nacque al mondo per viver eternamente Di V.A.S. . . . Devotissimo humilissimo et obligatissimo Servitore.” |
4 |
Atto the duke of Mantua, from Innsbruck, 8 June 1653: “Mi vado però
trattenendo con questi Italiani che sono qua, e particolarmente con un
Cavaliere molto mio amico che è l’istessa cortesia, chiamato S. Bonifatio, so
che V.A. lo conosce e che altre volte è stata devota di questo Santo.” |
5 |
Atto to the duke of Mantua, from Innsbruck, 15 June 1653: “Io qua me la
passo in contemplatione, meditando quel santo di cui è stata ella medesima
devota per altri tempi, e per questa causa principalmente mi son portato in
questa devotione, il maggior contento che io habbia però provato in questo
paese è stato l’haver per qualche poco spatio di tempo veduto e tenuto
appresso di me, un certo ritrattino . . . fatto da un pitore che morì in
Mantova e del quale V.A. ne ha qualche memoria; Veramente non puol’esser più
bello e più finito di quello si sia, ma li manca tutte quelle gratie e
maniere che vengono possedute dall’originale e che sono fuori d’ogni
immitatione.” |
6 |
Atto to the duke of Mantua, from Regensburg (“Ratisbon”), 21 July 1653: “Hora
per tornare a quel santo che V.A. non intende o non si ricorda, le dirò chiaramente
essere un paggio del Ser.mo Arciduca il quale non le dispiaceva nel tempo che
fu V.A. in Inspruch, e questa informatione l’hebbi di buon luogo; Il ritratto
era quello del Ser.mo Duca di Mantova mio Unico signore . . . e ratifico a
V.A. che non viddi in Ispruch cosa, che più di quello mi rendesse contento,
havendo conosciuto al paragone, che quello che io porto nel core impresso, è
più vivamente scolpito.” |
10 |
Hortense Mancini, Les illustres
aventurières, 45-46: “L’eunuque, son confident, qui demeurait sans crédit
par son absence, et par la mort de M. le Cardinal, entreprit de se rendre
nécessaire auprès de moi; mais outre que mon inclination m’éloignait fort de
toute sorte d’intrigues, M. Mazarin me faisait observer trop soigneusement. Enragé de cet obstacle, il résolut de s’en
venger sur M. Mazarin même. Cet homme
avait conservé un accès assez libre auprès du Roi depuis le temps qu’il était
confident de ma soeur. Il lui va faire
de grandes plaintes de la rigeur avec laquelle M. Mazarin me traitait; qu’il était obligé de s’y intéresser,
comme créature de M. le Cardinal et mon serviteur particulier: que M. Mazarin
était jaloux de tout le monde et surtout de S.M. et qu’il me faisait observer
avec un soin tout particulier dans tous les lieux où le Roi, que ne
songeait pas a moi, pouvait me
voir. Qu’au reste il tranchait du
grand Ministre, et qu’il avait menacé de faire sortir tous les Italiens de
Paris. A tout cela le Roi ne lui
répondit autre chose, sinon que si tout
ce qu’il disait était vrai, le Duc Mazarin était fou.” |
11 |
Hortense Mancini, Les illustres
aventurières, 35: “Ce [M. Mazarin] ne fut pas la seule personne, à qui
j’eus le malheur de plaire. Un eunuque
italien, musicien de M. le Cardinal, homme de beaucoup d’esprit, fut accusé
de la même chose: mais il est vrai que c’etait également pour mes soeurs et
pour moi. On lui faisait même la
guerre sur ce qu’il était encore amoureux des belles statues du Palais
Mazarin: et il faut bien que l’amour de cet homme pourtât malheur, puisque
ces pauvres statues en ont été punies si cruellement, aussi bien que moi,
quoiqu’elles ne fussent pas plus criminelles.” |
28 |
Vocabolario
degli Accademici della Crusca, s.v. “femminacciolo”: “vago di femmine, e che
stà volentier tra esse, effeminato.” |
41 |
Martini, Il “vitio nefando”,
91: “La concretezza dei problemi che affliggevano le istituzioni non lasciava
spazio a capri espiatori di carattere moralistico.” |
42 |
Ibid., 90: “dal 1647 e per almeno tutta la seconda metà del ‘600, la
sodomia non fu più considerata un reato di pubblico interesse.” |
58 |
Quazza, Mantova, 218: “Frivolo,
gaudente sfrenato, scialacquatore impenitente, Carlo II aveva . . . ridato
alla sua corte ed alla città stessa quel tenore di vita lussuoso, quella
corruzione, quella specie di perpetuo carnevale, che aveva trascinato alla
rovina altri suoi predecessori.” |
60 |
Atto to the duke of Mantua, from Innsbruck, 25 May 1653: “Mi addimandò
[questa Ser.ma] come V.A. haveva fatto profitto nel Cantare, et io li
risposi, che le havevo trovata ad un segno che haveria potuto far un concerto
con S.A.” |
61 |
Giuseppe Cattaneo to Francesco Tinti, from Rome, 8 March 1656, quoted in
Besutti, “Produzione,” 146: “‘la nostra commedia è stata trasportata sin dopo
le feste per trovarsi il ser.mo padrone cattarato [sic, from catarro] in maniera che non può aprir bocca et per non
essere alcuno dei recitanti a segno di far la sua parte.’” |
73 |
Marcello, “Società,” 119: “Il rapporto di tipo pederastico era diffuso e
quasi radicato nel costume sociale. . . . rappresentava uno stadio della vita
del tutto interno alle consuetudini e alla vita sessuale maschile.” |
78 |
Rocco, L’Alcibiade, 82: “Ma il
dolce stesso che si prende da esse è amarissimo, per gl’escrementi focosi e
venenosi del mestruo . . . perciò li puttanieri son sempre infermi e
infami.” Ibid., 84: “Uno de’ nostri
famosi medici lasciò scritto che usus
et amplexus pueri bene temperatus è salutaris
medicina.” |
81 |
Atto to Carlo Antonio Gondi, from Paris, 12 June 1682: “Già V.Ill.ma sà,
che [il soggetto di tutte le conversazioni di Parigi] è un pezzo che recava
ammirazione, e scandalo la pratica d’alcuni Ecclesiastici con gente di poco
pelo, e che queste Dame, non essendo più corteggiate, erano necessitate di
fare i primi avanzi a questi Cavalieri amatori della galanteria. Questa era stata talmente infusa nel
giovane signor duca di Vermandois, ch’era divenuto il più lascivo di tutti,
raccontandosi di lui tante cose, che difficilmente possono credersi. Ultimamente dovettero trovarsi ad una
conversazione in Casa del Duca di Gramont a Versaglia, nella quale fecero
intervenire un bellissimo Paggio del signor Principe della Roche Sur-yon
vestito da Dama, e dopo la cena, passati tutti questi giovani in una Camera
il Marchese di Crequy dovette familiarzarsi col detto Paggio, mentre il
Principe della Roche Sur=yon, faceva l’istessa funzione, sopra le tenerissime
natiche del Giovane Duca alla presenza di tutta la Compagnia. Dicono che vi fossero altri che volessero
assaggiare il pomo, e che ne fossero inpediti dal Duca di Vandono. la conclusione è, che questi giovani
Principi, e Signori Grandi della Corte, essendosi dati in preda totalmente
alla lascivia, et alle dissolutezze, il Re è stato necessitato d’allontanarli
tutti, fino al numero di quaranta, a segno che al presente, non vi si vedono
che Barboni. . . . è peggiore assai lo scandalo, dell’istesso male, perché
infine non è cosa Nuova che la gioventù si pigli tal licenza, ma quello che
deve essere più dispiaciuto, è che le persone d’essere, come il Duca di
Gramont, Il Cavaliere di Tigliadet, S. Langlois [spelling uncertain], e altri
di questa sfera, dassero impulso et animo alla gioventù, in vece di
distornerla alle loro rimostranze, e di avvisarne che poteva rimediare a
tanto scandalo.” |
85 |
Atto to the duke of Mantua, from Innsbruck, 2 June 1653: “Giunse qui
hiermattina quel Prete che accomoda i cimbali e presentò la lettera di V.A.
al Ser.mo Arciduca, il quale li ordinò subito il quartiero et ogni cosa
necessaria. . . . Ha condotto seco un Paggio di assai buona prospettiva
perché havendo egli sentito dire che qui non bisognava che si comportasse
come ha fatto ne gli altri luoghi, ha voluto l’occasione prossima, senza
cercarla altrove.” |
86 |
Atto the duke of Mantua, from Innsbruck, 8 June 1653: “Quel Prete che
V.A. à raccomandata al Ser.mo Arciduca, ha condotto qua un paggio, come già
haverà sentito per altra mia, ma una di queste sere li scappò di casa nudo,
publicando il medesimo, che non contento d’haverli sotto il tamburo in luogo
di trovarvi rimedio voleva servirsene, e perché egli non voleva, l’haveva il
Prete molto fortemente bastonato; per quietare il negotio si operò che questo
li facesse dono d’un vestito che gli haveva fatto e li desse qualche poco di
Danaro per rimandarlo in Italia come è seguito, Ma havendone ripreso un altro
di questi paesi havendo voluto servirsene per l’istesso verso, gli ha dato
una mano di bastonate solenissime, e l’ha publicato per tutto Inspruch, si
che si sa publicamente in corte tutti i due accidenti, dai quali procura il
Prete scusarsene ma già è molto conosciuto, e credo che ogni volta che habbia
accomodato qualcheduno di questi Cimbali sarà rimandato in Italia.” |
94 |
Saint-Évremond to Monsieur Dery, 1685?, in Lettres, 2:49-50: “Je vous dirai avec tous termes d’insinuation,
qu’il faut vous faire adoucir par une operation legere, qui assûrera la
délicatesse de vôtre teint pour long-temps, et la beauté de vôtre voix pour
toute la vie. Ces guinées, ces habits
rouges, ces petits chevaux qui vous viennent, ne sont pas donnez au fils de
Monsieur Dery pour sa noblesse; vôtre visage et vôtre voix les attirent. Dans trois ou quatre ans, helas! vous
perdrez le mérite d l’un et de l’autre, si vous n’avez la sagesse d’y pourvoir;
et la source de tous ces agrémens sera tarie. . . . Mais vous craignez,
dites-vous, d’étre moins aimé des Dames.
Perdez vôtre appréhension: nous ne sommes plus au tems des imbeciles;
le mérite qui suit l’operation est aujourd’hui assez reconnu, et pour une
Maîtresse qu’auroit Monsieur Dery dans son naturel, Monsieur Dery adouci en
aura cent.” |
97 |
Rocco, L’Alcibiade, 45: “La
gioia inestimabile di questo tesoro era l’angelico della favella: egli con
voce tanto soave esprimeva prontamente i caratteri delle parole . . . che a
guisa di sirena incantava gl’animi di dolcezza, non per privarli di vita, ma
per tormentarli, vivendo, d’amore.” |
133 |
Sixtus V to the bishop of Novara, 22 June 1587, in Bullarum, 8:870: “Et humorem forsan quemdam similem semini, licet ad generationem et ad matrimonii causam minime aptum, effundunt.” |
136 |
Arrest
contre les chastrez, 4-5: “Si l’on ne peut paruenir à la iouissance par
l’inhabilité ou la disproportion desmesurée des membres genitaux, ou si l’homme
n’en a point du tout, il n’y peut point auoir de mariage, il sembleroit
toutesfois que le contraire fust vray pour ceux qui n’ont seulement perdu que
les genitoires, par les presuppositions que i’ay faicte, les Eunuques &
Chastrez ausquels l’on a laissé les membres, pouuant iouir des femmes comme
l’on dit. Cela n’est pas pourtant
ainsi: car combien que telles manières d’hommes, puissent iouyr des femmes,
ils ne leurs peuuent pas rendre la pareille, ce sont des mocqueurs &
affronteurs, qui ont commis le crime, de stellionnat, pour auoir supposé de
fauces marchandises pour veritable.” |
138 |
Les
privileges et fidelitez des chastrez, 4-5: “Pour vne jeune
Dame, qui a de telle mary couché à ses costez, ce ne sont que regrets, que
soupirs que larmes & sanglots, il ny a que gronderie, que haine &
jalousie, pour ce que la Dame desire ce que Monsieur ne luy peut donner . . .
il n’y a rien de si flacque que luy quand on traicte de combatre, la
couillonnerie la poltronnerie s’ensuit, & le bon homme s’esuanouit à la
porte, au dedans de laquelle il ne peut entrer qu’auec la teste . . . tant il
a les reins foibles & qui ne peuuent pas se soustenir . . . au diables
les Chastrez qui mettent bien le feu au logis, mais ne le peuuent esteindre.” |
156 |
Metastasio, Tutte le opere,
1:791: “(E la gloria e l’amore ecco a cimento)”; 1:795: “(Ha trionfato
Amore).” |
160 |
[Raguenet], Paralele, 79-81: “Ces
voix [de Castrati] douces &
rossignolantes sont enchantées dans la bouche des Acteurs qui font le personnage
d’amant; rien n’est plus touchant que l’expression de leurs peines formée
avec ces sons de voix si tendres & si passionnez; & les Italiens ont,
en cela, un grand avantage sur les Amans de nos Théatres, dont la voix grosse
& mâle est constamment bien moins propre aux douceurs qu’ils disent à
leurs Maîtresses.” |
169 |
Valsecchi, L’Italia, 23-24: “È
l’artificio, che domina, la ricerca dell’effetto. . . . La natura è
trasformata, deformata; la vegetazione è soffocata dall’arte.” |